Pulcini Misti: Fast and Furious

“Vivo la mia vita a un quarto di miglio alla volta, non mi importa niente dei soldi, della squadra o dell’officina… per quei dieci secondi io sono libero!”

Data Stellare 19/03/2016

La libertà. Tutti la bramano, tutti lottano per assaporarne anche solo qualche istante, ma sa esattamente cos’è.

Questo perché la libertà è un concetto molto personale; quello che io intendo come libertà può essere diametralmente opposta alla vostra e così via. L’unica cosa per la quale bisogna essere tutti d’accordo è che la mia libertà non deve nuocere a nessuno per poter esistere, per il resto la democrazia regna sovrana.

La libertà di Dominic Toretto, protagonista della saga Fast and Furious, ruota tutta nella possibilità o meno di correre in auto per le strade cittadine, sfrecciando tra una macchina e l’altra per dimostrare al mondo che nessuno può batterlo, un quarto di miglio alla volta. L’adrenalina che scorre nel sangue dei piloti è una sensazione incredibile, di onnipotenza assoluta, una continua sfida alle leggi della natura e alla morte stessa, che per alcuni è assuefante e costringe ad alzare sempre l’asticella del pericolo per sentirsi vivi, o liberi in questo caso.

Per me, invece, citando una vecchia sigla di un cartone animato, “la libertà è un’avventura che non finisce mai”, un lasciarsi spesso tutto alle spalle per mettersi in gioco in qualcosa di nuovo, per cercare nuovi stimoli, nuova linfa per sentirsi ancora vivo e in sincronia col Mondo. Ed è questo che trasmetto a quel branco di matti che mi ritrovo ogni sabato, così come nell’ultimo contro il Bondeno Calcio, una delle più belle partite che ho fatto da quando ho preso quest’impegno col San Luca, finita con un 2-2 che a posteriori sembrava scritto nelle stelle, ma non per chi ha vissuto la partita, dove praticamente in ogni azione poteva essere quella buona, quella che avrebbe girato la partita. E alla fine in quella girandola di emozioni il pareggio rende perfettamente giustizia all’impegno profuso da entrambe le compagini, perché sia i nostri magnifici 7 (perché 7 erano) che gli avversari hanno dato tutto e forse anche di più in un match che per ritmi e gioco espresso ricorda molto le sfide della Premier League inglese, il campionato più spettacolare del mondo. La stessa voglia di vincere, di segnare, di fare anche semplicemente il massimo per arrivare in porta, senza pensare a nient’altro, un’unica lunga corsa sempre al massimo. Un quarto di miglio alla volta.

Un abbraccio, Marco.

PS: ho ancora delle difficoltà a mettere le foto causa rottura del telefono, appena lo aggiusto aggiungo tutti i selfie!

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