“To be that man, you’ve got to beat the man. Woooo!”
Data Stellare 09/04/2016
Quando si è bambini si vuol sempre essere migliori degli altri. E’ inevitabile, tutta la nostra esistenza passa dall’interazione con i nostri coetanei e sapere per certo di essere riconosciuti da tutti come i più bravi nel fare qualcosa ci mette in una situazione di vantaggio, di potere se vogliamo, che in quella parte della nostra vita importa più di qualsiasi altro. Potersene vantare con gli amici, gonfiare il petto, rendere orgogliosi i propri genitori che sono i primi promotori di questo tipo di “Attitude”, di atteggiamento, che troppo spesso poi gli adulti applicano anche alle loro questioni, scendeno nel ridicolo e nell’infantinismo quando invece bisognerebbe essere abbastanza maturi da utilizzare altre forme di interazione che non siano le risse o le vendette.
Da questo punto di vista il wrestling professionistico è l’emblema della vittoria del bambino che c’è in noi contro l’uomo che dovrebbe prevalere e non per caso il nome dato alla golden era di questo sport-intrattimento viene chiamata “Attitude Era”. Il wrestling è uno sport particolare, un leggendario scontro tra bene e male, i cui confini non sono sempre così netti, con l’aggiunta di un’overdose di adrenalina che solo loro riescono a trasmettere. In questo sport di leggende ce ne sono tantissime, ma alcune rimangono nella memoria più di altre e una di queste risponde al nome di “The Nature Boy” Ric Flair, uno dei più vincenti della storia di questa disciplina. Oggi ha 67 anni e nella sua lunga carriera si è reinventato parecchie volte, passando dal essere un ricco spocchioso ad un grande maestro di vita e proprio da questa ultima fase di vita sportiva che viene la citazione di oggi.
Tradotto: “Se vuoi essere il migliore, devi battere il migliore”
Questo significa “The Man” nello slang americano; l’uomo con la “U” maiuscola, il maschio alpha, il bambino che vuol impressionare i suoi amici. E per esserlo, come in natura, i giovani maschi che voglio il controllo sul branco devono scacciare dal trono il maschio dominante.
Per noi pulcini misti, l’uomo da battere era l’Accademia SPAL, la squadra a mio parere più forte che abbiamo affrontato da inizio stagione. E ce ne siamo accorti. 1-7 e tutti a casa.
Una squadra che corre, lotta, gioca bene, difende bene e sotto porta non sbaglia un colpo, tranne per le parate del nostro portiere. La cosa che mi ha più impressionato è la capacità che hanno avuto di portare la palla da un lato all’altro del campo con la tranquillità dei professionisti. La tranquillità di chi conosce la propria forza e sfrutta questo vantaggio per sovrastare l’avversario. La tranquillità che non riusciamo ancora ad avere fiducia in noi stessi, perché non crediamo nelle nostre abilità e nel nostro potenziale, perché ancora non ci rendiamo conto della nostra forza. Noi giovani maschi non abbiamo il coraggio di affrontare il maschio dominante, questo è il nostro limite. La paura di fare un errore è più grande della voglia di dimostrare di essere il migliore in campo, e non può esistere un pensiero del genere per dei bambini. Per quanto il risultato conti ZERO a quest’età, il piacere di giocare contro squadre così forti non deve mancare mai. Non ci deve essere paura, solo divertimento, agonismo, voglia di confrontarsi alla pari con chi non dovrebbe esserlo.
Ci arriveremo anche noi, ci credo molto. Altrimenti se non aveste difetti a cosa servo io?
Un abbraccio, Marco.
If you’re a man, you don’t cry about it, you take life, the ups and downs; if you’re a real man you never go down, you just stay up!