“Ho trovato qualcosa per voi, per ricordarvi com’era un tempo.
Quando eravate bambini era tutto più semplice.
Non avevate paura di provare … di osare!
Lo facevate solo perché vi piaceva.
Quindi il mio messaggio per voi è: non crescete mai, amici miei.”
Data Stellare 05/12/2015
Ah, bei tempi.
Bei tempi quelli in cui, quando ancora ero giovane, la NIKE mandava in onda i suoi fantastici spot con il marchio JOGA BONITO.
Eric Cantonà faceva la parte dell’ambasciatore del calcio, presentando al mondo quanto fosse bello questo sport nella sua visione dello stesso, un inno verso quel calcio che era e del quale dovremmo ricordarci più spesso.
La gioia (joy), l’onore (honour), il cuore (heart), l’abilità (skill) e lo spirito di squadra (team). Questi erano i principi su cui Cantonà basava il suo manifesto calcistico, coadiuvato da interpreti scelti ad hoc tra i calciatori dell’epoca, anno del Signore 2006.
La citazione di oggi si riferisce allo spot “Joy”, e l’istrionico francese non poteva scegliere personificazione migliore di questo principio: Ronaldo de Assis Moreira, che il mondo conosce meglio come Ronaldinho. (qui per il video)
Di giocatori come Ronaldinho non ce ne sono mai stati e probabilmente non ce ne saranno più. Quando andava in campo non solo ti faceva emozionare con le sue giocate, mai banali e sempre stupende, ma vedevi che le faceva col sorriso, con quella gioia di giocare che solo i bambini hanno e tu per forza di cose ti innamoravi, il bambino che è in te usciva fuori e non potevi fare a meno di gioire anche tu.
Perché ho scelto di iniziare così? Perché sabato quel branco di matti mi ha ricordato proprio la gioia di giocare a calcio.
La compagine del S.Nicolò, squadra giovanissima e grintosa come poche, sono rimasti quasi impotenti, forse ammaliati dalle giocate dei nostri. Finte, dribbling, triangolazioni, cross e tiri; di certo il pubblico non avrà nessuna lamentela, lo spettacolo è stato all’altezza degli standard degli spot targati NIKE. La capacità di rapire gli sguardi delle persone intorno a noi semplicemente muovendo le gambe e spostando la palla, il ritmo altalenante della corsa di questi giovani artisti del pallone è sicuramente un ottimo modo per passare un sabato pomeriggio.
Potevamo segnare più gol (7-0 il finale) ? Certo.
Potevamo difendere meglio e subire qualche contropiede in meno? Sicuro.
Potevamo passarci di più la palla? Verissimo.
Ma chissenefrega, almeno per un sabato mi sono sentito di nuovo un bambino felice, come se non fossi mai cresciuto.
Un abbraccio, Marco.
PS: benvenuti 2007, alla vostra prima partita con i misti vi siete subito integrati e avete fatto parte attiva dello spettacolo, un abbraccio anche a voi!
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